Scopriamo chi sono i contribuenti che vedranno ridurre l’importo della pensione di reversibilità e capiamo se è possibile evitarlo.
Al verificarsi di alcune circostanze la pensione di reversibilità potrà subire delle decurtazioni. Ci sono cittadini particolarmente al rischio ma sapere qual è il pericolo permetterà di difendersi.
L’INPS eroga la pensione di reversibilità o la pensione indiretta ai familiari superstiti dopo la morte di un pensionato o assicurato a condizione che si soddisfino specifiche condizioni. L’assegno mensile spetta al coniuge, all’unito civilmente ma anche al coniuge separato o divorziato, ai figli, nipoti, genitori, fratelli e sorelle a carico del defunto prima del decesso. Per quanto riguarda l’importo della prestazione, questa è pari ad una quota percentuale della pensione e varia in base al grado di parentela con il defunto.
La normativa stabilisce che la cifra erogata è cumulabile con i redditi del beneficiario rispettando determinati limiti. Significa che superando alcune soglie si rischia un taglio della pensione di reversibilità. Tale riduzione verrà applicata in modo assoluto e non in base a scaglioni (come stabilito nell’articolo 13 della Legge 636/1939 e nel comma 41 della Legge 355/1995).
Quando scatta la riduzione della pensione di reversibilità
Nel momento in cui il coniuge ha redditi propri che si accumulano alla pensione di reversibilità occorrerà tener conto della riduzione applicata. Nello specifico non sono previsti tagli con redditi entro tre volte il trattamento minimo INPS. Ci sarà un taglio del 25% dell’importo del beneficio qualora il reddito del superstite risultasse superiore a tre volte il trattamento minimo (1.795,83 euro essendo il minimo 598,61 euro nel 2024). Sale al 40% con redditi tra tre e cinque volte il minimo e al 50% con redditi oltre cinque volte il minimo.
Significa che sopra tre volte il trattamento minimo la pensione è cumulabile per il 75% con i redditi del titolari, fino a cinque volte per il 60% e oltre le cinque volte per il 50%. La penalizzazione non potrà mai essere superiore al totale dei redditi supplementari del beneficiario della pensione di reversibilità. In questo modo si evita una decurtazione eccessiva e si garantisce una cifra minima al di sotto della quale è impossibile scendere.
Sarà l’INPS ad occuparsi del ricalcolo delle spettanze quando il coniuge o il titolare del beneficio ha un reddito personale. In caso di errore nel conteggio, l’ente della previdenza sociale provvederà a ricostituire d’ufficio le pensioni ai superstiti ridotte oltre misura rispetto ai redditi percepiti riconoscendo anche gli arretrati (tenendo conto della prescrizione quinquennale).