La proposta di un nuovo redditometro non ha avuto proseliti. Cambia la rotta in direzione Intelligenza Artificiale contro l’evasione.
In due giorni è stato detto tutto e il contrario di tutto. L’annuncio di un redditometro nuovo, più preciso rispetto alle precedenti versioni e poi il contrordine, il redditometro non sarà riesumato.
Questo redditometro non s’ha da fare e non si farà. La proposta di Maurizio Leo ha incontrato un’opposizione immediata tanto da far firmare subito un atto di indirizzo che ha bloccato l’entrata in vigore del Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lunedì 20 maggio. Dopo le lamentele la Premier Giorgia Meloni ha comunicato la sospensione del provvedimento per un’analisi più approfondita di uno strumento che ai cittadini non è mai andato a genio.
La nuova versione del redditometro avrebbe messo nel mirino ogni spesa per risalire al reddito effettivo del contribuente e verificare eventuali omissioni in dichiarazione. Ora che il redditometro non verrà riattivato, però, non significa che i cittadini potranno evadere. I controlli verranno ugualmente effettuati anzi l’impegno del Governo sarà addirittura maggiore per individuare i grandi evasori.
La nuova tattica per contrastare l’evasione in Italia
L’evasione costa all’Italia e agli italiani onesti 85 miliardi di euro (secondo le ultime rilevazioni). Una cifra astronomica che potrebbe essere utilizzata per risollevare le sorti di una nazione che sembra stia andando a rotoli. Per controllare movimenti, operazioni, spese degli italiani verranno sfruttate le tecnologie e specialmente l’Intelligenza Artificiale. Si punta ad algoritmi che possano essere capaci di individuare con precisione anomalie fiscali e contabili.
In pochi secondo l’IA naviga tra miliardi di dati e anche grazie all’incrocio delle informazioni di banche dati già in possesso dell’Agenzia delle Entrate potrà individuare frodi fiscali. La missione non è solo contrastare l’evasione ma anche trovare una comunicazione più efficace con i contribuenti. La direzione, dunque, è quella di compliance per esempio con il concordato preventivo biennale con i lavoratori autonomi. Questi potranno concordare con l’amministrazione l’importo da pagare per evitare controlli. Superato il redditometro, dunque, si torna al Fisco Amico.
In questo contesto le sanzioni dovrebbero ridursi. Non più multe fino al 240% per dichiarazioni fiscali omesse o errate ma al massimo il 120% del totale da versare. Le sanzioni saranno del 120% anche per chi non presenterà la dichiarazione dei redditi, l’IRAP o la dichiarazione del sostituto d’imposta mentre se la dichiarazione risulterà infedele la sanzione sarà del 70% e non dal 90 al 180%. Il fine è spingere i cittadini a regolarizzare la propria posizione.